sabato 2 dicembre 2006

Le tre stimmate di Palmer Eldritch
P. K. Dick

In un futuro nel quale il mondo sta collassando, anzi si sta sciogliendo per l'innalzamento delle temperature, l'umanità si trascina, divisa fra chi assume una droga non proprio legale, il Can-D, e chi si sottopone a trattamenti per l'evoluzione, unico modo per poter sopravvivere. Alcuni prescelti vengono mandati in perlustrazione in mondi lontani e inospitali, alla ricerca di una nuova patria. Chi è più fortunato può capitare su Marte. Ma all'improvviso torna Palmer Eldritch, spregiudicato affarista che è stato per anni nella galassia di Proxima. E porta una droga nuova...
Scritto nel 1964, questo bellissimo romanzo può essere letto come una autobiografia di Dick. Le esperienze di Dick con svariati tipi di droghe hanno fortemente influenzate certe immagini del racconto, certe evoluzioni della storia. I coloni prendono il Can-D in gruppo, di fronte alle riproduzioni in miniatura di Perky Pat e di una Terra che non vedranno più. Le esperienze psichedeliche sono narrate con una forza immaginativa sbalorditiva e affascinante, rendendo reale il mondo fittizio creato dalla droga. Ma la vitalità fantastica Dick la trasporta anche nel mondo reale, ditruggendo le barriere fra realtà e immaginazione.
E il romanzo parla proprio di questo, del passaggio continuo fra mondi tutti reali e allo stesso tempo tutti fittizi.
Ma è anche un libro che parla di filosofia e di religione. Dick lo fa nel suo solito modo, con estrema semplicità e padronanza, che spesso cade nella banalizzazione e nella massificazione dei concetti. Lo fa però in un modo affascinante, che lascia molto di più di discorsi accademici o di trattati in materia. Dick arriva addirittura a parlare di Dio e della transustatazione, attraverso gli occhi di chi ha fatto esperienza di altri mondi e altri piani di percezione.
Ed è autobiografico anche in un altro punto. L'uomo che Dick raffigura è preda e vittima passiva di una forza a lui superiore e qualsiasi sua azione, data dall'intuito o da facoltà precognitive, lo portano comunque a sbagliare, a fallire. Barney Mayerson, uno dei protagonisti, è una figura estremamente complessa, sempre divisa fra rimorso, rabbia, insoddisfazione e voglia di ricominciare. Alcuni critici hanno visto qui un riferimento da parte di Dick alla propria vita privata.
Insomma, un libro che sconvolge e appassiona, e come al solito porta in una altro mondo retto da spazio e tempo totalmente diversi.

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