Dora torna a vivere nella grande casa assieme al figlio Marco e al secondo marito Bruno. Anni prima il marito Carlo si era suicidato, gettando Dora nella depressione più profonda. Appena giunti iniziano però a verificarsi strani fenomeni e il piccolo Marco si comporta in modo davvero strano.
Notizie sparse, con qualche spoiler.
Da molti considerato uno dei minori di Bava, riserva in realtà numerose sorprese. Il figlio Lamberto collabora in parte alla regia e alla sceneggiatura assieme a Francesco Barbieri, Paolo Brigenti e il grande Dardano Sacchetti (Il gatto a nove code e Reazione a Catena). Rispetto ai film precedenti di Bava si registrano meno invenzioni, una regia più "tranquilla". La sceneggiatura regge durante il film e propone un bel finale, solido e legittimo. Bava sembra lasciarsi prendere dalla storia (comunque semplice e già vista), proponendo però sprazzi geniali, soluzioni che tolgono il fiato e colpiscono. Si registrano anche banalità assurde nei dialoghi, una su tutte la frase detta dal figlioletto, serio serio: "Mamma, ti devo uccidere...". Sguardo gelido della madre...
La storia pur essendo banale (rispetto alle trame spesso intricate proposte da Mario) evidenzia dei passaggi curiosi e molto aggiornati all'epoca. Molto curioso è il rapporto del bambino con la madre, che viene spesso confuso con quello fra il vecchio marito e la Dora. Il bambino manifesta le volontà del fantasma del padre nei confronti , anche da un punto di vista sessuale. Ma qui non si cade nel volgare.
Dora è interpretata da Daria Nicolodi, all'epoca compagna di Dario Argento, con il quale aveva scritto Suspiria, diretto nello stesso periodo. La Nicolodi è inoltre la mamma di Asia. L'attrice urla per tutto il film, ma è davvero convincente nella parte.
Bava si lascia prendere dalla moda dei film di Argento e inserisce una colonna musicale rock e in parte progressive, composta dai Libra, sulle orme dei Goblin. Ma la musica è ottima e accompagna nel modo migliore la storia.
Alcune suggestioni: in più punti sembra di vedere La Casa di Sam Raimi, del 1981. Il pianoforte che si anima e ride, l'idea della cantina, anche l'accompagnamento musicale. Raimi deve aver avuto ben presente questo piccolo gioiello, non perfetto ma piacevole di Bava. Cercate nella rete, o meglio leggete monografie su Mario Bava, avrete grandi sorprese: Bava è il vero maestro di Argento e altri registi italiani e stranieri di genere, citato da tanti, ma ricordato da pochi.
Approfondimenti: bellissimo sito inglese dedicato al regista; sito italiano dedicato a Bava
1 commento:
Great work.
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