Avrò il nuovo album dei Radiohead (formato mp3) fra ieri e oggi almeno una ventina di volte...minimo.
Non sono un esperto di musica...solo un appassionato. Di musica in generale, ma soprattutto dei Radiohead.
Dico la mia...quest'album è di molto superiore al precedente, Hail to the Thief. Qui il gruppo usciva dall'esperienza forte e spiazzante di KidA e Amnesiac e si sentiva un tentaivo di ritorno alle vecchie sonorità, partorendo però un album con ottimi pezzi, ma che alla fine era un ibrido. Ho sempre pensato che il bello di KidA, album pesante e difficile, fosse la sua consistenza monolitica, un lavoro inattaccabile, completo e pieno: un capolavoro. E qui siamo su questa strada.
Le sonorità cambiano ancora. O meglio, c'è molto che già si avvertiva nel precedente e anche nel lavoro solista di Thom Yorke (l'ottimo The Eraser). Ma qui tali suoni sono completati e limati. Meno elettronica, comunque sempre presente, e qualche accenno rock, con un pizzico di low-fi e garage (sparo etichette, ma ripeto non sono un critico...se dico cavolate, correggetemi!).
L'album si apre con l'elettronica e la bellissima cantilena di Thom...ma il pezzo assume un'aria scanzonata, lontana dai panorami cupi del passato.
Bodysnatchers è un pezzo rock, con una chitarra grezza, che richiama molto momenti addirittura di Pablo Honey!
Nude è una canzone lenta, già conosciuta mi sembra attraverso qualche b-sides.
Il fulcro dell'album è rappresentato dalle tracce 4, 5 e 7, con l'intermezzo breve e cantautoriale di Faust Arp. Gli arpeggi di chitarra, che torna a farsi sentire in modo preponderante, creano giri musicali affascinanti e sognanti. A ciò contribuisce la voce di Yorke.
House of cards è un brano strano per i Radiohead...sembra sempre nato da un sogno...molto low-fi e minimale, ma bellissimo.
La traccia nove mi sembra quella più British e mi ha fatto venire in mente in certi punti qualcosa di Richard Ashcroft...ma non vorrei bestemmiare. Poi la chitarra parte e si avvertono addirittura sonorità anni settanta...
Un album che fornisce un'idea di spensieratezza, di viaggio fra i colori dell'arcobaleno, che si chiude con un pezzo strano e in parte cupo, triste...che rimanda ai Radiohead che più conosciamo.
Un album insomma nuovo, da ascoltare a ripetizione...con dei Radiohead di nuovo freschi e vivaci dopo i fasti di KidA.